Le scienze della contemporaneità, comprese quelle cognitive e le cosiddette neuroscienze, ritengono di
sapere tutto su come un essere umano debba essere e su come debba fare per raggiungere la felicità, come
se questa potesse essere preconfezionata attraverso formulazioni e "ricette" valide per tutti e offerta a
chiunque ne faccia richiesta.
La psicoanalisi invece insegna che Il soggetto può incontrare la propria felicità solo lungo quella via
soggettiva e particolare che lo raccordi alla "singolarità" del suo desiderio. Se il soggetto ha invece paura di
saperne qualcosa del proprio desiderio, di poter arrivare a conoscerlo e ad assumerne la paternità, perché
teme di doversi trovare poi a fare i conti con una certa solitudine e con un certo smarrimento, se cioè
tradisce il suo desiderio perché pensa di non poter rispondere di ciò che è propriamente suo, se insomma
preferisce rinunciare al proprio desiderio per assumere piuttosto come suoi i desideri "suggeriti" dall'Altro
della scienza, o del consumismo, allora non solo è destinato a non poter essere felice, ma è condannato ad
ammalarsi.
Egidio T. Errico, Psicoanalista
La psicoanalisi è una cura, un trattamento, ma è soprattutto un'esperienza. In generale si domanda
un'analisi a causa di una sofferenza. Ed è molto difficile analizzare qualcuno che non soffre, qualcuno che
vorrebbe soltanto conoscersi meglio. […] Senza dubbio colui che soffre può stare meglio, ma stare meglio
non è la guarigione. Piuttosto la psicoanalisi mette in questione la significazione stessa della guarigione,
cioè interroga ciò che vuol dire stare bene, stare male, ma nel senso di: cosa vuol dire per te, stare bene,
stare male, stare meglio? Per te, singolarmente, non per la tua famiglia, per tuo marito, per tua moglie, ma
solo per te.
J.L Gault, La Psicoanalisi n. 33
Come inizia un’analisi? Cosa è che rende l’inizio di un’analisi diverso dagli inizi di qualsiasi altra terapia? In
effetti ogni analisi prende le mosse da una richiesta di aiuto a causa di una sofferenza soggettiva, da una
domanda dunque che è ancora comune a tutte le terapie. È solo nel momento in cui però emerga da parte
del paziente, al di là del bisogno di essere curato, il desiderio di voler capire come e perché sta male, di
voler saperne qualcosa di più sul proprio sintomo e sulla sofferenza che lo accompagna, e anche di voler
sapere di più su sé stesso, che allora evidentemente possiamo dire che sta iniziando un’analisi…
E. T. Errico Psicoanalista
La psicoanalisi: una cura singolare
La psicoanalisi colloca in posizione di dominio, vale a dire di agente del discorso, non il soggetto che detiene
il Sapere della scienza, il dottore, il medico, il terapeuta, ma il paziente stesso. Vale a dire proprio il
soggetto che, in virtù del suo sintomo, fa da obiezione al sapere.
E' questo che fa della psicoanalisi una pratica terapeutica diversa da tutte le terapie conosciute, una pratica
del tutto singolare.
E' questo che le conferisce, da una parte il suo carattere sovversivo rispetto al Sapere costituito, dall'altra
tutta la sua efficacia nella cura della sofferenza psichica.
E. T. Errico Psicoanalista