La responsabilità dell’analista non è nei confronti della “psicoanalisi” ma del benessere del paziente. Il paziente si è rivolto a lui - anche se spesso non ne è consapevole - non “per essere analizzato”, ma per essere aiutato nello svolgere il lavoro psicologico di cui ha bisogno per vivere la sua vita in modo differente. Vivere in maniera differente può’ significare vivere in modo meno tormentato, o meno solitario, o meno vuoto, o meno privo del senso di sé, o meno distruttivo, o meno egoista. Lo scopo dell’analista non è mettere in atto i dettami di un insieme di regole analitiche (spesso codificate dalla scuola analitica cui “appartiene”), ma occuparsi analiticamente del dilemma umano del paziente.
Thomas H. Ogden, L’arte della psicoanalisi, Raffaello Cortina Editore